Nel suo libro Il mondo non merita la fine del mondo. Storie, arte e altri incanti, Maria Vittoria Baravelli esplora il rapporto tra bellezza e sopravvivenza culturale, celebrando l’arte come memoria collettiva e promessa di eternità. Attraverso un viaggio personale, l’autrice racconta come l’arte sia capace di richiamarci a sé, ammaliandoci come una sirena e facendoci sentire parte di qualcosa di più grande e senza tempo.
L’esperienza viva dell’arte
Un tema centrale del libro è l’importanza dell’esperienza diretta con le opere d’arte. Per Baravelli, osservare un capolavoro in un museo o a una mostra non può essere sostituito dalle tecnologie digitali. L’arte dal vivo cattura lo spettatore, stimolando emozioni uniche e personali che le riproduzioni non possono eguagliare. È un dialogo intimo, una sorta di “immortalità all’indietro” che, come sosteneva Umberto Eco, ci permette di guardare negli occhi il passato e di coglierne i segreti.
Arte e nuovi percorsi narrativi
Il libro si distingue per la capacità dell’autrice di intrecciare passato e presente, proponendo accostamenti inaspettati e paralleli che sorprendono e affascinano. Da antichi mosaici a installazioni contemporanee, ogni opera diventa una finestra su emozioni e storie che continuano a parlarci nel tempo. Baravelli invita il lettore a porsi domande sul potere dell’arte: perché un’opera ci colpisce? Cosa la rende capace di restare viva nei nostri ricordi?
Un viaggio per chi ama la bellezza senza tempo
Il mondo non merita la fine del mondo è più di un saggio: è una dichiarazione d’amore per la creatività e il suo potere di connetterci al passato, nutrire il presente e ispirare il futuro. Per chi cerca emozioni autentiche, questo libro è un invito a scoprire, o riscoprire, il valore inestimabile dell’arte come rifugio e promessa di rinascita.
a cura della Redazione