Ci sono serate che non si raccontano, si vivono. E poi ci sono quelle che meritano
entrambe le cose. Perché se un giorno entri in cucina e trovi fianco a fianco Andrea
Aprea — due stelle Michelin, architetto della precisione gustativa — e Alessandro
Borghese — lo chef più pop, iconico e imprevedibile d’Italia — capisci subito di essere nel
posto giusto. Soprattutto se quel posto è il ristorante Andrea Aprea, uno dei templi
gastronomici più raffinati e scenografici di Milano.
Cena a Quattro Mani – Andata & Ritorno non è un semplice evento culinario: è un
viaggio. Un dialogo. Un gemellaggio gastronomico tra due personalità che, invece di
sovrapporsi, si completano.
La prima tappa? Venezia, lo scorso 9 luglio 2025, nello storico
Palazzo Vendramin Calergi, negli spazi di AB – Il Lusso della Semplicità. Un debutto da
standing ovation, già celebrato dalla Guida Michelin 2025. La seconda, attesissima, a
Milano. E — diciamolo pure — probabilmente non sarà l’ultima.
Il concept è semplice quanto ambizioso: due cucine, una sola direzione. Tradizione
italiana, tecnica, memoria, ironia e una raffinatezza che non fa mai rumore, ma lascia
traccia.
Il menu parla da sé, e racconta un’armonia quasi coreografica.
Si comincia con la Caprese Dolce e Salato, firmata Aprea: non un piatto, ma una carezza
estetica. Delicatezza, equilibrio, una geometria che disarma. Poi arriva Borghese con La
Gang del Sottobosco — funghi, noci, tartufo — un bosco autunnale trasformato in eleganza
urbana. Un piatto che profuma di passeggiate lente, ma con tacchi a spillo.
Il ritmo sale con il Coniglio al Mare: un raviolo morbido, brasato, che dialoga con la ’nduja
e si tuffa in un guazzetto marino ricco e sensuale. Borghese allunga la mano, Aprea la
stringe. Nessuno prevale.
Poi la perfezione milanese: Riso Carnaroli Selezione Dama, topinambur, nocciola,
granchio, ribes. L’acidità che illumina, la dolcezza che accoglie. Una dichiarazione
d’intenti: l’innovazione non distrugge la tradizione, la aggiorna.
Il duetto continua con Baccalà e Maiale, friarielli e provola affumicata: comfort food vestito
da gala. E quando arriva la Guancetta di Vitello — caffè, cioccolato, cardamomo — la sala
si fa silenziosa. Profonda, scura, quasi cinematografica.
A chiudere, Intensità di Limone, firma Aprea. Un addio luminoso. Fresco, elegante,
milanese.
Il risultato? Una cena che non cerca protagonismi, ma connessioni. Nessun ego, solo
progettualità comune. Andata & Ritorno funziona perché non è sfida, ma collaborazione.
È un viaggio gastronomico dove il biglietto vale sempre l’andata… ma nessuno vuole il
ritorno.
Milano lo sapeva già. Venezia lo ha capito. Il resto d’Italia aspetta.
E noi pure.
Alice Dalla Torre